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Malnutrizione, oncologia e pazienti: qualche dato 

Malnutrizione, oncologia e assistenza nutrizionale: in che modo queste tre variabili si intrecciano tra loro, e cosa sappiamo di questo problema? 

Prima di tutto, la malnutrizione è una condizione che non si definisce attraverso il semplice apporto nutrizionale ridotto. Per diagnosticarla, infatti, vengono valutati diversi parametri, tra cui la perdita di massa muscolare, un calo di peso notevole e un basso BMI.  

Fattori, questi, che nei pazienti oncologici possono essere causati sia dall’impossibilità o dalla difficoltà di nutrirsi – che spesso il cancro comporta (si pensi, ad esempio, ai tumori del cavo orale o dell’apparato digerente), che dagli effetti collaterali delle cure. 

Molte terapie oncologiche, in primis la chemioterapia, impattano sulla percezione del gusto e sul senso di fame, e possono provocare nausea, diarrea e infiammazione delle mucose dello stomaco, portando così ad un ridotto assorbimento dei nutrienti. 
La malattia stessa, inoltre, può agire sull’equilibrio metabolico del paziente: l’organismo non riesce quindi più a “gestire” l’introito nutrizionale in maniera efficiente. 

Denutrizione: fattori di rischio e complicanze 

La denutrizione, come abbiamo già accennato, è una complicanza più diffusa tra i pazienti con tumori del tratto digestivo, date le ovvie difficoltà di queste persone nel nutrirsi normalmente e nell’assorbire regolarmente quanto assunto. Come riportato in uno studio italiano apparso recentemente su Frontiers, inoltre, negli stadi più avanzati della malattia è più facile che la perdita di peso si aggravi, sebbene oltre il 40% dei pazienti risulti malnutrito o a rischio di malnutrizione già nelle prime fasi della malattia. 

Intercettare e gestire tempestivamente la malnutrizione nel paziente oncologico è più importante di quanto si pensi: questa comorbidità, infatti, è associata a un decorso della malattia meno favorevole, a maggiori effetti collaterali, a ricoveri ospedalieri più lunghi e in generale ad una qualità di vita inferiore. Persino i tassi di sopravvivenza sembrano influenzati dallo stato nutrizionale del paziente: è stato stimato che circa il 20% dei malati muoia non a causa del cancro, ma degli effetti della denutrizione. 

La valutazione nutrizionale 

La valutazione nutrizionale è uno strumento indispensabile per la diagnosi precoce dello stato di malnutrizione nel paziente oncologico, eppure è ancora poco utilizzata. A dirlo è lo stesso studio apparso su Frontiers, secondo il quale questo screening viene eseguito solo da 57,2% degli specialisti intervistati, e solo il 30% dei pazienti malnutriti riceve interventi ad hoc per la risoluzione del problema.  

Indicativa è anche la tipologia di specialista incaricata della valutazione nutrizionale, che solo in pochi casi è rappresentata da un nutrizionista. Prevalgono invece chirurghi, oncologi e radioterapisti, con una piccola quota di infermieri; tutte figure non specializzate sul tema, per quanto sicuramente esperte nella gestione del paziente oncologico. Il tutto, spesso, attraverso un approccio non standardizzato ma “personale”: molti specialisti non si affidano a protocolli assistenziali già validati perché non adeguatamente formati su questi strumenti. 

Un’altra criticità in tal senso è rappresentata dalla scarsa continuità osservata nei consulti: meno del 60% dei medici interpellati ha dichiarato di eseguire dei follow up nutrizionali durante il percorso terapeutico.  

Un dato positivo, invece, riguarda la consapevolezza dei pazienti oncologici sul tema. Il 42% degli specialisti, infatti, ha dichiarato che in quasi la metà dei casi la valutazione nutrizionale viene eseguita dietro richiesta del malato – segno di un’attenzione crescente su questi aspetti, non solo da parte degli addetti ai lavori.