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Tumore al seno: c’è un percorso di cura per tutti 

Il tumore al seno non esiste. O meglio, non esiste nella forma univoca e immutata a cui viene spesso associato. Esistono invece diverse forme di tumore al seno, ognuna delle quali risponde a trattamenti distinti e richiede percorsi di cura specifici. 

La consapevolezza di questa diversificazione, negli ultimi anni sempre più diffusa anche tra pazienti e cittadini, aiuta solo fino a un certo punto: di fronte a decine di screening, test, specialisti e terapie personalizzate, non è raro che la paziente (o il suo caregiver) possa sentirsi disorientata. Per fare chiarezza abbiamo provato a illustrare di seguito le variabili che possono influenzare l’iter terapeutico di questa patologia.

I percorsi di cura e le relative varianti 

I percorsi di cura, come accennato, cambiano in base alla specifica malattia diagnosticata. Dopo l’individuazione della lesione sospetta attraverso gli esami diagnostici tipiciecografia e mammografia si procede solitamente con l’agobiopsia, che, attraverso il prelievo e l’analisi dei tessuti, consente di accertare la possibile natura maligna della lesione. 
Qualora il risultato dell’agobiopsia confermi questa eventualità, la diagnosi verterà prima di tutto sulla verifica della tipologia di cancro individuato, infiltrante o in situ. 

Tumore in situ 

Detto anche non infiltrante, è un carcinoma che resta localizzato nel punto di insorgenza primario, senza estendersi ad altre aree della mammella. Di solito il tumore compare nei dotti lattiferi, i canali attraverso cui il latte viene trasportato al capezzolo, oppure nei lobuli, ossia le strutture ghiandolari deputate alla produzione del latte. I carcinomi del primo tipo sono chiamati duttali e sono i più frequenti (circa l’80% dei casi); i secondi, detti lobulari, si manifestano più raramente (non più del 15%). 

Il cancro in situ, se individuato precocemente, viene rimosso tramite intervento chirurgico, a cui può seguire la radioterapia. 

Diversa la procedura per i tumori in situ ormono-responsivi, la cui proliferazione dipende dall’interazione dei recettori con gli ormoni femminili: in queste circostanze, oltre all’approccio chirurgico seguito dalla radioterapia, potrà essere somministrata una terapia endocrina, utile per ridurre il rischio di recidiva. 

Tumore infiltrante 

Quando il carcinoma non rimane localizzato ai lobuli o ai dotti lattiferi, ma si estende agli altri tessuti della mammella, si parla di tumore infiltrante o invasivo. Per questo tipo di patologia i percorsi di cura si diramano comunque dall’intervento chirurgico seguito da radioterapia come prima opzione terapeutica, dopo la quale verranno messe in atto strategie diversificate, che dipendono da una serie di parametri. 

Per esempio, le donne con tumori ormono-responsivi riceveranno una terapia endocrina, la cui combinazione farmacologica viene scelta in base all’età della paziente e alla relativa fertilità. 

Ancora differente è la soluzione proposta per i carcinomi HER2+, per i quali si suggeriscono farmaci specifici come il neratinib o il trastuzumab. 

Molto dipende anche dalla dimensione iniziale della lesione: per i tumori particolarmente grandi, ad esempio, l’intervento chirurgico viene fatto precedere da una terapia neoadiuvante, il cui obiettivo è ridurre le dimensioni della massa quanto necessario per un’asportazione completa. 

Tumori in situ o infiltranti in stadio avanzato 

La tipologia di tumore non è l’unico parametro in grado di indirizzare i percorsi di cura. Un altro elemento da valutare, infatti, è lo stadio in cui la malattia viene scoperta: nella maggior parte dei casi, una diagnosi in fase avanzata rende necessaria la terapia neoadiuvante, che può essere rappresentata da chemioterapia, terapia ormonale, radioterapia o farmaci anti HER2. Accanto a questi trattamenti ci sono le soluzioni farmacologiche indirizzate alle pazienti con tumori ereditari, associati alle varianti patogenetiche BRCA1 o BRCA2, come la target therapy (olaparib, talazoparib, etc). 

Per orientarsi tra tutte queste opzioni Europa Donna Italia ha realizzato un’infografica interattiva che può aiutare la paziente a riconoscere l’iter terapeutico più vicino al proprio caso. Consultala qui.