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RADIOTERAPIA: PARLIAMONE

Se ne parla ancora troppo poco, eppure è una delle terapie che fanno parte del ventaglio di strategie per il tumore al seno. Di cosa si tratta? Della radioterapia, oggetto delle nuove Linee Guida della Società Europea di Radioterapia e Oncologia (ESTRO), in fase di elaborazione da parte di un panel di esperti. Per saperne di più, abbiamo intervistato Lorenzo Livi, Direttore dell’Unità di Radioterapia Oncologica, Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze.

 

Radioterapia di ieri e di oggi: cos’è cambiato?

La radioterapia è ancora troppo spesso considerata una metodica quasi ancillare, come se non fosse importante. In realtà invece è parte integrante fondamentale dei trattamenti oncologici e nello specifico del tumore al seno. Sono trascorsi ormai quasi cinquant’anni dalla grande intuizione di Veronesi che ha portato all’ideazione della quadrantectomia associata alla radioterapia. Negli anni poi la radioterapia si è evoluta, grazie ai progressi della ricerca: oggi i cicli di terapia comprendono poche sedute con una altissima capacità di efficienza, a vantaggio di una riduzione delle possibilità di ritorno di malattia.  

C’è ancora il rischio di problemi cardiaci?

Non esiste praticamente più, come non esistono più i rischi polmonari. Oggi ci sono delle metodiche di trattamento che utilizzano acceleratori di ultima generazione, che sono in grado di far controllare alla paziente stessa il movimento della macchina in base agli atti respiratori e di conseguenza ai movimenti del cuore. In più abbiamo a disposizione metodiche che ci permettono di quantificare la dose di radioterapia che riceve ogni organo, a salvaguardia di eventuali rischi.

Quando c’è l’associazione di radioterapia con farmaci oncologici?

Ormai c’è sempre, perché moltissime pazienti fanno una terapia medica con farmaci sia di vecchia generazione, quelli che più comunemente noi chiamiamo chemioterapici, sia di nuova generazione quali immunoterapia, purp—inibitori, innovativi farmaci di tipo ormonale. I lavori che stanno portando all’elaborazione delle linee guida si sono concentrati soprattutto sulle terapie più recenti. Abbiamo analizzato i dati di letteratura e questo ci permetterà di indicare se l’associazione è fattibile, oppure ad esempio se è consigliato modulare diversamente le due terapie.

Un tempo la radioterapia creava delle scottature nella zona trattata: è ancora un effetto collaterale?

No, con la radioterapia di ultima generazione è un danno che non si vede praticamente più. Oggi la cute difficilmente si ulcera o comunque si scotta. E addirittura, a volte neanche si arrossa. A tutto vantaggio della qualità di vita della paziente.