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Vaccinazioni anti-covid, antinfluenzale e non solo: facciamo il punto

Inutile negarlo. Con l’avvicinarsi dell’autunno si ritorna a pensare al Covid-19, all’impatto che potrebbe avere su chi sta affrontando un percorso di terapie oncologiche, complici anche le notizie di questi giorni sulla nuova variante in arrivo. E molte si chiedono se sottoporsi o meno alla vaccinazione per alzare il livello di protezione contro il virus Sars-Cov-2 e se vale la pena di effettuare anche l’antinfluenzale, in vista dell’ondata di influenza prevista come al solito per dicembre prossimo. Per dipanare il groviglio di dubbi relativi a questi e ad altri vaccini, abbiamo chiesto ad Alberto Zambelli, professore associato di Oncologia medica all’Humanitas University e capo sezione della Senologia oncologica del Centro oncologico Humanitas Irccs di Rozzano, Milano, quali sono le vaccinazioni più indicate per una donna con il tumore al seno.

Professor Zambelli, a chi in particolare è consigliabile la vaccinazione anti-covid?

Gli studi e l’esperienza di questi ultimi anni ci hanno dimostrato che meritano la vaccinazione anticovid le pazienti che ricevono un trattamento oncologico immunosoppressivo di tipo chemioterapico oppure con farmaci biologici capaci di indurre immunosoppressione. La vaccinazione è suggerita prima dell’inizio del percorso terapeutico.

Non si può fare quindi se le terapie sono già iniziate?

In realtà è possibile eseguire la vaccinazione anche in corso di trattamento oncologico, ma in questi casi è opportuno prima verificare che i globuli bianchi siano adeguati e non ci sia una grave neutropenia indotta dalla terapia oncologica a e nel caso attendere qualche giorno per osservare il recupero emopoietico.  Lo stesso vale in presenza di un episodio infettivo (virale o batterico) per cui è opportuno rimandare la vaccinazione a guarigione ottenuta. La vaccinazione può essere invece omessa se l’episodio infettivo è dovuto a covid contratto negli ultimi 4 mesi.

Lo scorso anno il vaccino antinfluenzale veniva proposto insieme a quello anti-covid: si può aspettare e associarli?

Se la paziente sta per iniziare un trattamento oncologico immunosoppressivo, il mio consiglio è di effettuare il vaccino anticovid prima della terapia senza necessariamente attendere che sia disponibile il vaccino antinfluenzale stagionale. Infatti, è possibile ricevere il vaccino antinfluenzale anche in corso di trattamento, previo controllo degli esami del sangue. Se invece la paziente avvia un trattamento oncologico immunosoppressivo quando il vaccino antinfluenzale è già disponibile, allora è possibile effettuare insieme le 2 vaccinazioni anti-covid e anti-influenza.

Sì oppure no all’antipneumococcica?

È una vaccinazione raccomandata e che io suggerisco. Peraltro ha il pregio di non avere una stagionalità come l’antinfluenzale. Chi ne ha necessità la può richiedere anche domani, se indicata. Ha l’innegabile vantaggio di proteggere contro la polmonite causata dallo pneumococco, un batterio particolarmente aggressivo soprattutto in caso di personale fragili

In questo periodo si sta parlando molto del vaccino contro l’herpes zoster, è indicato?

La correlazione tra cancro e herpes zoster è piuttosto forte ed è causata dalla riduzione dell’efficienza immunitaria prodotta dal tumore stesso e dalle terapie attive. AIOM ha pubblicato lo scorso anno un position paper proprio per fare più chiarezza su questo vaccino e sono in corso ricerche per individuare i pazienti che potrebbero trarne i maggiori benefici. Nell’attesa, la decisione è demandata all’oncologo che caso per caso, in base al quadro clinico, alla terapia oncologica programmata e all’età della paziente può raccomandarne l’uso.

Non abbiamo considerato i caregiver: devono vaccinarsi?

Il suggerimento che diamo ai caregiver e a familiari conviventi è di effettuare l’anticovid e l’antinfluenzale, in modo da creare una protezione attorno alla paziente, soprattutto se è in un momento tale di fragilità da non potersi sottoporre ai vaccini. Consigliamo anche la mascherina a chi è in stretto contatto con una paziente immunocompromessa e di continuare a seguire le regole di igiene che ci sono diventate familiari con la pandemia.