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Il disturbo da stress post traumatico in oncologia

Il disturbo da stress post traumatico, a volte abbreviato in PTSD (Post Traumatic Stress Disorder) è una patologia mentale che può manifestarsi dopo un evento particolarmente sconvolgente. Essendo stato osservato la prima volta nei reduci di guerra, è spesso associato al trauma dell’esperienza bellica, ma in verità può seguire anche ad altro tipo di esperienze negative.

Tra le situazioni che possono innescare un PTSD troviamo infatti violenze fisiche o psicologiche, incidenti, notizie scioccanti, calamità naturali e molto altro ancora. Va sottolineato che non è necessaria l’esperienza diretta perché il disturbo si palesi: un evento accaduto ad un parente o ad una persona cara può avere un effetto ugualmente dirompente.

Come si manifesta il disturbo da stress post traumatico?

  • Incubi ricorrenti nei quali è rievocato l’evento traumatico;
  • Ricordi intrusivi e spiacevoli, sempre collegati al trauma vissuto;
  • Flashback nei quali si rivive il momento spiacevole;
  • Necessità di evitare tutte le situazioni o i contatti interpersonali che rischiano di causare nuovi flashback o portare alla mente quanto accaduto;
  • Perdite di memoria, irritabilità, cattivo umore persistente, difficoltà di concentrazione.

L’incidenza del PTSD nei pazienti oncologici è ancora poco analizzata rispetto alla diffusione di altre patologie mentali come la depressione o il disturbo d’ansia. Esistono però studi che confermano come la diagnosi di tumore e il successivo percorso terapeutico, anche quando vissuti indirettamente, possano rappresentare eventi scatenanti per il disturbo da stress post traumatico.

Gli effetti del PTSD, lo sottolineiamo, non riguardano purtroppo solo la salute mentale del paziente: il disagio psicologico può danneggiare anche la salute fisica di chi ne è affetto. I comportamenti evitanti che caratterizzano molti pazienti con PTSD, ad esempio, possono sfociare nell’isolamento dagli effetti più cari, nella mancata aderenza alle terapie o persino nella cancellazione o nello spostamento degli appuntamenti e dei follow-up programmati.

Il PTSD e il cancro: fattori di rischio e incidenza

Il PTSD nei pazienti oncologici sembra correlato a una serie eterogenea di fattori di rischio, ma non ad una tempistica precisa in merito alla sua comparsa. Come sottolinea il National Cancer Institute,  il disturbo da stress post traumatico può comparire in qualsiasi momento: subito dopo la diagnosi, in seguito ad una recidiva, durante i trattamenti o persino alla fine delle cure.

Tra i fattori di rischio troviamo:

  • Una recidiva della malattia;
  • Precedenti episodi di PTSD o disturbi d’ansia;
  • Assenza di adeguato supporto durante i trattamenti;
  • Precedenti traumi, non necessariamente legati al cancro;
  • Nei pazienti in età pediatrica, l’aver seguito trattamenti particolarmente lunghi;
  • Un reddito basso o l’appartenenza a minoranze.

Più complesso è dare una stima precisa dei pazienti oncologici che ne sono affetti.

Alcuni studi sul campo, come riportato in una ricerca apparsa sul Canadian Oncology Nursing Journal nel 2019, hanno rilevato come il 22% dei sopravvissuti al cancro soffra di qualche forma di PTSD. Questo dato ha portato persino ad una modifica nei criteri diagnostici del disturbo da stress post traumatico inclusi nella IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, in cui tra gli eventi scatenanti è stata inclusa la diagnosi di una patologia potenzialmente letale.

L’ulteriore revisione dei criteri diagnostici, avvenuta per la V edizione, ha tuttavia ristretto questi parametri. Perché al paziente oncologico possa essere effettivamente diagnosticato un PTSD, secondo il DSM-V, è necessario che durante il percorso terapeutico si verifichi qualcosa di traumatico, al di là della diagnosi stessa. Tutto ciò rende ancora più complesso dare delle stime precise.

Tumore al seno e PTSD

Sul tumore al seno sono arrivati alcuni risultati interessanti da un’analisi apparsa su Cancer nel 2017 in merito all’incidenza del PTSD. Secondo lo studio, il disturbo da stress post traumatico è stato rilevato nel 21,7% dei pazienti oncologici valutati a sei mesi dalla diagnosi, ma dopo 4 anni il tasso di incidenza era stimato a poco più del 6%. Le pazienti con tumore al seno, invece, avevano una probabilità di oltre 3 volte inferiore di sviluppare lo stesso problema nei primi sei mesi, mentre sul lungo periodo il dato era del tutto simile a quello generale.

Più esaurienti i dati riportati da un’altra ricerca, apparsa sempre su Cancer nel 2020 e focalizzata solo sul carcinoma mammario. L’articolo evidenzia i dati derivanti da una meta-analisi di 38 studi secondo cui il 10% delle donne che ricevono la diagnosi sviluppano un PTSD in risposta. Anche in questo caso, però, i criteri diagnostici prescelti producono un’incidenza molto variabile, che può oscillare tra lo 0% e il 32%.

Colpiscono i fattori di rischio identificati per le pazienti con tumore al seno, in parte differenti da quelli riferiti per i pazienti oncologici in generale. Tra i parametri in grado di favorire lo sviluppo di PTSD troviamo infatti:

  • Età avanzata;
  • L’essere non caucasici;
  • Storia di traumi infantili;
  • Obesità;
  • Stadio del cancro più avanzato;
  • Trattamento con terapia ormonale.

I farmaci ormonali, prescritti per i tumori ormonosensibili (circa il 70%), sembrano in grado di interagire con alcune funzioni cerebrali responsabili della regolazione delle emozioni, tra cui l’ansia e la paura, importantissime nello sviluppo e nella comparsa di PTSD.