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Triplo negativo: che tipo di tumore è, quanto è frequente, come si cura

Triplo negativo è una definizione utilizzata in riferimento ad alcuni tumori al seno classificati sulla base della loro tipizzazione istopatologica, che si accompagna alla definizione dello stadio di malattia. Lo stadio è classicamente basato sull’estensione anatomica del tumore (tra cui dimensione, presenza di cellule maligne nei linfonodi adiacenti e di metastasi). Tutto ciò è compendiato nel sistema detto TNM (dove T sta per Tumore, N per linfonodi e M per metastasi).

Diversamente dalla classificazione per estensione anatomica (TNM), la tipizzazione istopatologica è usata per ripartire i tumori in base alle loro caratteristiche biologiche. In particolare all’eventuale presenza di specifiche proteine che agiscono come recettori e che sono disposte a coronare la superficie delle membrane (cellulari e nucleari) delle cellule tumorali.

Questi recettori sono in grado di stabilire un legame unico con speciali molecole circolanti nel sangue e da questo legame esitare un messaggio biologico capace di attivare la cellula. Spesso ciò comporta una proliferazione, e quindi la crescita della cellula.

I RECETTORI

I principali recettori di superficie espressi sulle cellule del tumore al seno sono:

  • il recettore per gli estrogeni (ER) 
  • il recettore per il progesterone (PgR) e il recettore per il fattore di crescita epidermoidale (HER2).

Quando espressi sulle cellule tumorali, questi recettori rispondono agli stimoli dei loro rispettivi ligandi e in particolare alla presenza degli ormoni estrogeni circolanti.

I tumori che presentano questo tipo di proteine vengono rispettivamente definiti ER+, PgR+ e HER2+. Quando un tumore al seno non esprime positività né i recettori ER, né a PgR, né per HER2 si parla di triplo negativo, riferendosi proprio alla triplice negatività di espressione recettoriale.

Tumore al seno triplo negativo: come si presenta?

Il tumore al seno triplo negativo rappresenta il 15% dei carcinomi mammari; una percentuale che si traduce in circa 8000 casi all’anno solo in Italia. Occorre di norma in donne con meno di 50 anni, e spesso presenta caratteri di particolare aggressività. Ha una capacità di diffusione elevata e un’alta probabilità di recidivare e determinare la comparsa di metastasi anche in organi a distanza. 
La sintomatologia che caratterizza questo tipo di tumore non è diversa da quella osservata per gli altri tumori della mammella e include:

  • Comparsa di sospetto nodulo/tumefazione mammaria;
  • Cambiamenti nella simmetria dei seni e nell’aspetto della pelle (che può diventare a buccia d’arancia);
  • Retrazione/alterazione del capezzolo, con possibile presenza di secrezioni

Le terapie

LA CHEMIOTERAPIA

Fino a poco tempo fa l’unica possibilità di terapia medica sistemica per le donne con tumore triplo negativo era la chemioterapia. Questa, di fatto, rappresenta ancora la principale arma di cura dopo la fase chirurgica (e prima della fase radioterapica). Si tratta però di una possibilità di cura che presenta alcuni importanti limiti terapeutici, poiché in numerosi casi non è in grado di eliminare le potenziali cellule tumorali residuali (dopo chirurgia) e solo in parte è in grado di prevenire efficacemente la comparsa di recidive locali o di metastasi a distanza. Inoltre la chemioterapia è gravata da importanti effetti collaterali che ne limitano di fatto la possibilità di uso estensivo e prolungato nel tempo.

LE NUOVE TERAPIE

Più recentemente nuove strategie terapeutiche sono state suggerite per la cura del tumore mammario triplo negativo. Tra queste l’immunoterapia e gli inibitori di Parp. Nel primo caso sono in gioco molecole del sistema immunitario (inibitori dei check-point immunitari, come il pembrolizumab) capaci di ingaggiare una risposta immune contro le cellule tumorali, favorendo un controllo e cura di malattia grazie al risveglio delle difese immunitarie proprie di ciascun organismo. Nel secondo caso, in presenza di mutazioni genetiche specifiche (geni BRCA1 e BRCA2), sono in gioco farmaci a bersaglio molecolare (PARP-inibitori) capaci di colpire le cellule tumorali in modo selettivo. 

Ulteriori chances per le pazienti con tumore al seno triplo negativo in fase avanzata potrebbero arrivare grazie alla recente approvazione da parte delle agenzie regolatorie americane ed europee di un nuovo medicinale. Si tratta del sacituzumab govitecan, che appartiene alla classe degli anticorpi farmaco-coniugati, ossia farmaci che combinano le potenzialità della chemioterapia classica con quelle dell’anticorpo monoclonale che colpisce con selettività solo le cellule tumorali che esprimono un particolare recettore (in questo caso il TROP-2).

Articolo scritto in collaborazione con il prof. Alberto Zambelli.