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Integratori durante la chemioterapia? Uno studio conferma i potenziali rischi

L’uso di integratori a base di vitamine, antiossidanti e ferro durante la chemioterapia può aumentare il rischio di recidiva e mortalità per tumore al seno.

Alle pazienti di tumore al seno che devono affrontare la chemioterapia, gli oncologi generalmente consigliano prudenza nell’uso degli integratori alimentari, nonostante l’idea diffusa che vitamine e antiossidanti possano ridurre gli effetti collaterali, spesso pesanti, dei trattamenti. Esistono comunque ancora pochi dati, e dunque poche certezze, in merito alla sicurezza o efficacia di queste sostanze durante la chemioterapia.

Un aiuto per dissipare i dubbi proviene dal lavoro di un gruppo di ricercatori statunitensi del Roswell Park Comprehensive Cancer Center a Buffalo, che hanno condotto per sei anni uno studio osservazionale su oltre mille pazienti di tumore al seno, sottoposte a chemioterapia. Si tratta del primo studio, pubblicato di recente nel Journal of Clinical Oncology , mirato a valutare se e in che modo gli integratori possono interferire con la chemioterapia nelle donne con tumore al seno e quale sia il loro eventuale impatto sulla sopravvivenza.

Alle donne coinvolte è stato innanzi tutto sottoposto un questionario mirato a valutare quanto fosse diffuso l’uso degli integratori tra le pazienti con tumore al seno sottoposte a chemioterapia: il 18% di loro aveva fatto ricorso ad almeno un antiossidante al giorno, mentre quasi la metà (44%) aveva assunto integratori multivitaminici.

Dallo studio osservazionale è emersa l’indicazione che l’uso di integratori antiossidanti durante la chemioterapia, nonché ferro e vitamina B12, può effettivamente aumentare il rischio di recidiva e mortalità per cancro al seno. In particolare è stato osservato che nelle donne che avevano assunto integratori antiossidanti – come carotenoidi, coenzima Q10, vitamine A, C ed E – durante la chemioterapia, il rischio di sviluppare un nuovo tumore (recidiva) era maggiore del 41% e quello di incorrere in complicanze letali era maggiore del 40% rispetto alle donne che non avevano assunto alcun integratore.

Questi dati sembrano suggerire che gli integratori interferiscano con la capacità dei chemioterapici di uccidere le cellule tumorali: una delle ipotesi formulate dagli scienziati infatti è che proprio gli antiossidanti contenuti in molti integratori contrastino lo stress ossidativo indotto dalla chemioterapia, rendendola meno efficace.

«È vero che questa ricerca ha riguardato un numero ridotto di casi e che sono necessarie ulteriori conferme, ma i risultati sono sufficientemente convincenti per ribadire che l’uso di qualsiasi integratore durante le cure per tumore al seno deve essere concordato con il medico che ha in carico la paziente; – commenta Claudio Zamagni, direttore dell’Oncologia medica senologica e ginecologica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna – oltre a rischiare di annullare l’efficacia dei trattamenti, l’azione degli integratori potrebbe infatti sommarsi agli effetti delle terapie, col rischio di aumentare la tossicità delle cure e quindi le complicazioni per la donna.»

«Questo studio conferma che le estrapolazioni di risultati di laboratorio alla pratica clinica possono essere fuorvianti – conclude Zamagni – e che anche le cure complementari e “integrative” devono venire studiate con rigoroso metodo scientifico, evitando semplificazioni sbagliate, come l’equazione vitamine e antiossidanti uguale effetto sempre benefico. La buona scienza non ammette scorciatoie». (E.S.)